La bocca di una ragazza, che era rimasta a lungo nel canneto,
appariva tutta rosicchiata.
Quando le venne aperto il petto, l’esofago era crivellato di buchi.
Si trovò infine in una pergola sotto il diaframma
un nido di giovani topi.
Una piccola sorellina era morta.
Gli altri vivevano di fegato e reni
bevevano il freddo sangue ed era
quella passata qui una bella gioventù.
E bella e rapida venne anche la loro morte:
furono gettati tutti insieme nell’acqua.
Ah, quei musini come squittivano!
Gottfried Benn, Bella gioventù
«Così come negli ultimi anni di vita vagheggiò l'idolo di non scrivere una sua filosofia, ma piuttosto di "montarla" con materiali che parlassero da sé, rinunciando così, per quanto possibile, a interpretarli, in ugual modo ha proceduto in questa raccolta di "articoli". La scelta e la disposizione degli "articoli" devono lasciar trasparire la sua filosofia, senza costringerla in una forma concettuale che la contraddirebbe.» T. W. Adorno, Note a "Uomini Tedeschi" di W. Benjamin
venerdì 30 maggio 2014
World War: suicided corpses
World War II: Vienna, 1945.
Soviet officers look at the corpses of Civilians of Vienna who committed suicide in a park near the Parliament building during the fall of the city as the Red Army approached.
- Photograph by Yevgeni Khaldei, April 1945.
giovedì 29 maggio 2014
Titicut Follies
Frederick Wiseman, Titicut Follies
La mia ricerca sulle istituzioni sociali e sulle persone si basa soltanto sulla forza dell’osservazione, afferma Wiseman. Titicut Follies si pone infatti agli antipodi rispetto al modello documentaristico di denuncia contemporaneo. Wiseman agisce per rigore e sottrazione, come dimostrano l’uso estetico del bianco e nero, una messa in scena essenziale (luce e suoni naturali), l’assenza di commenti fuori campo e di qualsiasi intervento musicale extradiegetico, l’assenza d’artificiosità, interviste, effetti speciali o didascalie. L’avanzamento cronologico risulta esile o assente in favore d’una progressione tematica: micro-storie che s’interrompono e riacciuffano e l’impressione che dalle immagini stia emergendo del senso, senza che un messaggio venga sovracodificato. La follia del reale resa lirica per sobrietà. Wiseman filma lo spazio che si genera tra il farsi delle cose ed il loro racconto.
- Fuori Orario, Rai3, 11 settembre 2011
- “ABCinema: Titicut Follies”, Marco Valerio, Whipart
- “Frederick Wiseman e il cinema leale”, Napoli Monitor n.58
- Frederick Wiseman, “Intervista con Giuseppe Sedia”, Roma, 11 novembre 2008
sabato 24 maggio 2014
Eciton burchelli
Quando Eschilo o Tacito vi sembrano troppo tiepidi, aprite
una Vita degli insetti.
Emil Cioran, Sillogismi dell’amarezza
Eciton burchelli è una formica legionaria appartenente alla sottofamiglia Ecitoninae, diffusa in America centrale e meridionale. Una colonna di Eciton burchelli è composta da 700.000 formiche (al massimo 1.000.000) di diverse dimensioni, la cui lunghezza s’attesta sui 15 metri con un fronte di 2. Sono formiche nomadi, senza formicaio, in continuo movimento: quando sostano formano soltanto un bivacco. Il bivacco è costituito da formiche che s’attaccano con le zampe le une alle altre formando un blocco cilindrico dal diametro di 1 metro o più; al centro, completamente protette, la regina e le larve. La loro vita è il susseguirsi d’una fase di territorializzazione (le regine si trasformano in grosse macchine da uova : 30.000 alla settimana), ed una fase di nomadismo in cui le colonne si spostano incessantemente razziando ampie zone di foresta. Durante l’attacco formano una falange a ventaglio con un ampio fronte il quale forma una rete che avvolge le prede: scorpioni, ragni, grossi insetti, lucertole e serpenti. La scorreria avviene di giorno ed è annunciata dal rumore degli uccelli formicari che accompagnano l’esercito di formiche divorando tutti gli insetti che volano per sfuggire all’orda che avanza.
L’attacco e il trasporto delle prede è efficientissimo, ogni
formica grande, media o piccola assolve un compito specifico in un meccanismo
perfettamente coordinato. Le legionarie presentano infatti un notevole
polimorfismo fra le neutre: i soldati, fortissimi, muniti di zanne lunghe ed
arcuate, possono assalire le prede più grosse; da loro vengono attaccati e
uccisi anche cavalli e greggi, messi poi a disposizione delle altre compagne;
le operaie, più piccole, sono altrettanto feroci e s’impegnano a non lasciar
vive le creature di proporzioni inferiori. Questi terribili insetti coi loro
istinti di distruzione, le loro abitudini nomadi e il gran numero delle orde,
esprimono potenze affini alle schiere di Unni e Tartari della nostra storia. Ma
se per il più turbolento dei Mongoli era possibile acquietarsi in una forma di
vita stabile, le formiche condottiere saranno necessariamente e per sempre
condannate entro i limiti del loro tipo di esistenza dalla mano terrea
dell’ereditarietà. Il loro nomadismo e la loro ferocia sono permanenti, le loro
scorrerie sono invasioni barbariche che non avranno mai fine.
- E. Sgrò, Tetramorium
- J. Sorell Huxley, La vita segreta delle formiche
- I. Eibl-Eibesfeldt, I fondamenti dell’etologia
- A. E. Brehm, C. Vogt, “Imenotteri”, Vita degli animali
La sirenomelia
A stillborn “mermaid child”, deformed as an after effect of the Chernobyl disaster
La sirenomelia è una rara malformazione letale,
caratterizzata dall'associazione tra gravi difetti della parte caudale del
feto: arto inferiore singolo, con vari livelli di interessamento, femore da
singolo a separato nello stesso involucro cutaneo, presenza di due piedi
(sirena sinpode), un piede (sirena monopode), o assenza dei piedi (sirena
ectromelica); anomalie urogenitali, con agenesia renale bilaterale, assenza del
tratto di efflusso e assenza dei genitali esterni; ano imperforato; agenesia
sacro-coccigea. Tutte insieme queste malformazioni rappresentano la forma
estrema di sequenza da regressione caudale. Tra le malformazioni associate
descritte, sono state riportate quelle dell'associazione VATER (aplasia
radiale, atresia tracheo-esofagea), cardiopatia e spina bifida. Questa
malformazione ha una prevalenza di circa 1 su 100.000 nati e di solito è
sporadica. Sono stati descritti eccezionali casi familiari.
- Professor Didier Lacombe, Orpha.net
- Documenting Reality: Chernobyl Mermaid Kid. Kelly, 2012
venerdì 23 maggio 2014
Meat Triptych
Francis Giacobetti, Meat Triptych, 1991
My painting is not violent; it’s life that is violent. I have endured physical violence, I have even had my teeth broken. Sexuality, human emotion, everyday life, personal humiliation (you only have to watch television) – violence is part of human nature. Even within the most beautiful landscape, in trees, under the leaves the insects are eating each other; violence is part of life.
Francis Bacon, I painted to be loved, interview by Francis Giacobetti
- February 1992, published in The Art Newspaper, no. 137, June 2003
Mademoiselle Blanche Monnier
Blanche
Monnier was a French girl who was kept captive for 24 years in a padlocked,
shuttered room where she was forced to live amidst pests, rats, human
excrement, and filth. Her discovery
occurred on May 23, 1901 after the Paris Attorney General received an anonymous
letter indicating a woman was being held captive in a home located on a “21 rue
de la Visitation” street in a wealthy neighborhood of Poiters, France. The
anonymous letter read in part:
“Monsieur Attorney General: I have the honor to inform you of an exceptionally serious occurrence. I speak of a spinster who is locked up in Madame Monnier’s house, half starved, and living on a putrid litter for the past twenty-five years – in a word, in her own filth.”
Police
arrived at the home, forced open the door, and found an emaciated Blanche
Monnier lying in a pool of feces and food debris on a bed in an upstairs
room. Her head hidden under the covers,
the 49-year-old woman, who now weighed a mere 55 pounds, was naked, scared and
deranged. She hadn’t seen the sun in 24
years. A witness to the event described
how Blanche was discovered:
“We immediately gave the order to open the casement window. This was done with great difficulty, for the old dark-colored curtains fell down in a heavy shower of dust. To open the shutters, it was necessary to remove them from their right hinges. As soon as light entered the room, we noticed, in the back, lying on a bed, her head and body covered by a repulsively filthy blanket, a woman identified as Mademoiselle Blanche Monnier. The unfortunate woman was lying completely naked on a rotten straw mattress. All around her was formed a sort of crust made from excrement, fragments of meat, vegetables, fish, and rotten bread. We also saw oyster shells and bugs running across Mademoiselle Monnier’s bed. The air was so unbreathable, the odor given off by the room was so rank, that it was impossible for us to stay any longer to proceed with our investigation.”
The
terrified woman was quickly wrapped in a blanket and rushed to the Hôtel-Dieu
Hospital in Paris where doctors initially thought that she would die. At the hospital, workers noted that Blanche
took great pleasure at being washed and able to breathe clean air. She exclaimed, “How lovely it is.” They noted that she had a great aversion to
light, according to her instincts, she couldn’t stand it. Despite claims by Blanche’s brother that she
was “foul, angry, overly excited, and full of rage”, doctors noted that Blanche
was calm, never wavering for a moment into fits of anger or excitement.
Although Blanche
Monnier did put on some weight over time, she never regained her sanity. She died in a Blois psychiatric hospital in
1913, 12 years after she was discovered captive in her room.
venerdì 16 maggio 2014
Questo scherzo atroce del durare
Questo nostro corpo, travestito da molecole agitate e banali, si rivolta continuamente contro questo scherzo atroce del durare. Vogliono andarsi a perdere le nostre molecole, al più presto, nell'universo, quelle vezzose! Soffrono d'essere soltanto «noi», cornuti dell'infinito. Scoppieremmo se avessimo un po' di coraggio, invece ci limitiamo a decadere solo da un giorno all'altro. La nostra tortura prediletta è rinchiusa lì, atomica, nella nostra stessa pelle, col nostro orgoglio.
The Executioner's Mask
The Executioner's Mask, European, 17th-18th century
Probably part of a scold's bridle, this iron mask was exhibited in the 19th century alongside the block and axe in the Tower of London and described as an executioner's mask.
- Credit: The Board of Trustees of the Armouries / HIP / TopFoto *** Local Caption *** The Executioner's Mask, European, 17th-18th century
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