sabato 30 agosto 2014

Auschwitz


Parete di una camera a gas di Auschwitz

Auschwitz è venuto a dirci il progetto di un annientamento che distrugge fino alla cenere la possibilità della memoria, del nome e della testimonianza.

Jacques Derrida, Nel nome di Europa

Tutto è schiuma

Oceano! […] Questo patriarca osservatore, coevo delle prime epoche del nostro globo sospeso, sorride di pietà quando assiste alle battaglie navali delle nazioni. Ecco qui un centinaio di leviatani usciti dalle mani dell’umanità. Gli ordini enfatici dei superiori, le grida dei feriti, le cannonate, sono solo rumori per annientare qualche secondo. Ora sembra che il dramma sia finito e che l’oceano si sia messo qualcosa nel ventre. Le fauci sono formidabili. Come devono essere grandi verso il basso, in direzione dell’ignoto! Infine, a coronare la stupida commedia, che non è neppure interessante, si vede in mezzo al cielo qualche cicogna attardata dalla stanchezza, che si mette a gridare senza arrestare l’ampiezza del suo volo: «Ma guarda!… Brutto segno! Là sotto c’erano dei puntini neri; ho chiuso gli occhi, e sono scomparsi». Io ti saluto vecchio oceano! Vecchio oceano, grande scapolo, quando percorri la solitudine solenne dei tuoi flemmatici regni giustamente t’inorgoglisci della tua nativa magnificenza, e degli elogi autentici che mi affretto a farti. Voluttuosamente cullato dai molli effluvi della tua maestosa lentezza, che è il più grandioso tra gli attributi di cui il potere supremo ti ha gratificato, svolgi, al centro di un oscuro mistero, sulla tua intera sublime superficie, con la calma consapevolezza della tua eterna potenza, le tue onde incomparabili. Si seguono parallele, separate da brevi intervalli. Appena una diminuisce, un’altra le va incontro ingrossandosi, accompagnate dal malinconico rumore della schiuma che si dissolve per avvertirci che tutto è schiuma.

Lautréamont, I canti di Maldoror (canto primo)