«Così come negli ultimi anni di vita vagheggiò l'idolo di non scrivere una sua filosofia, ma piuttosto di "montarla" con materiali che parlassero da sé, rinunciando così, per quanto possibile, a interpretarli, in ugual modo ha proceduto in questa raccolta di "articoli". La scelta e la disposizione degli "articoli" devono lasciar trasparire la sua filosofia, senza costringerla in una forma concettuale che la contraddirebbe.»
T. W. Adorno, Note a "Uomini Tedeschi" di W. Benjamin
Bisognerà morire, gli dico ancora io, più lussuosamente di un cane e ci metteremo mille minuti a crepare e ogni minuto sarà comunque nuovo e abbastanza carico d'angoscia da farci dimenticare mille volte tutto il piacere che avevamo potuto avere a far l'amore nei mille anni precedenti… La felicità in terra sarebbe morire con piacere, nel piacere… Il resto è niente di niente, è la paura che non osi confessare, è arte.
Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte
Werner Herzog, Anche i nani hanno cominciato da piccoli
La ferocia filmica di Herzog si solleva da semplice rappresentazione del sadismo e si fa carne stessa della pellicola. Anche i nani.. è così oggetto più oscuro ed inquietante d’un film sulla crudeltà: è un film crudele. La sua struttura, costruita sulla reiterazione di atti sempre più atroci, ha una linearità spiraliforme o un’assenza di linearità la quale, nel sovraccaricare il disagio, mobilita pulsioni più profonde ed irrazionali. La violenza, semmai, è qui funzione astratta degli esseri viventi e affonda le sue radici nel mondo animale, in un altrove di tenebra. Lontano da una mera rappresentazione tematica, il film precipita nell’incongruo, rivelando intensità ad un livello sotterraneo, in difetto d’ogni spiegazione razionale, miracolosamente ingiustificato.
“Il cinema di Werner Herzog”, Paolo Sirianni
“Anche i nani hanno cominciato da piccoli”, Il Morandini
“Anche i nani hanno cominciato da piccoli”, Umberto Ledda