lunedì 31 ottobre 2016

L'ossessione biologica per la specie

Perché così tanta, sempre, compassione per i bambini? […] «I morti sono un centinaio, tra cui dieci bambini». La distinzione, senza individuazione, è fatta esclusivamente per quegli anonimi piccoli dieci, ma sotto il lenzuolo ce ne sono altri novanta […]. «Tra le macerie, tre bambini». E chi era con loro, prima che la casa crollasse? Dunque dove rigorosamente nessun bambino fosse presente, sarà meno infame, meno luttuoso, o peggio indifferente ammucchiare la povera carne bruciacchiata dei non-bambini in una statistica, quando si denuncia una qualche macellazione strategica di umani?

Qui il pensiero soggiacente è la nostra, tutta moderna, ossessione biologica per la specie. Il bambino ucciso o straziato dalle ferite ha più peso e avrebbe più diritto alla compassione in quanto a lui è stato affidato l’immaginario dovere di seminare nuova sventura umana nel criminale e stupido procedere dell’inumana Storia! […] Tutto il nostro puntuale impietosimento va ad ovaie e a testicoli promettenti ma immaturi, non a un Giovannino o a una Angelica in quanto persone […]. I vecchi, esenti dall’obbligo di spingere il carrozzone della Specie, non sono invece degni di figurare, cartellini d’ombra, nelle immagini del mattatoio di Ares destinate a fare […] orrore. Nel cono di luce violenta l’asilo infantile bombardato si beve l’intero compianto; l’ospizio con una trentina di Alzheimer, di crocifissi alle carrozzine con le loro infermiere, decine di corpi mostruosamente ustionati o sepolti sotto macerie, accende un tacito sollievo. Nell’invisibile non ci sono ovulazioni.

Guido Ceronetti, Insetti senza frontiere