sabato 24 maggio 2014

Eciton burchelli

Quando Eschilo o Tacito vi sembrano troppo tiepidi, aprite una Vita degli insetti.

Emil Cioran, Sillogismi dell’amarezza


Eciton burchelli è una formica legionaria appartenente alla sottofamiglia Ecitoninae, diffusa in America centrale e meridionale. Una colonna di Eciton burchelli è composta da 700.000 formiche (al massimo 1.000.000) di diverse dimensioni, la cui lunghezza s’attesta sui 15 metri con un fronte di 2. Sono formiche nomadi, senza formicaio, in continuo movimento: quando sostano formano soltanto un bivacco. Il bivacco è costituito da formiche che s’attaccano con le zampe le une alle altre formando un blocco cilindrico dal diametro di 1 metro o più; al centro, completamente protette, la regina e le larve. La loro vita è il susseguirsi d’una fase di territorializzazione (le regine si trasformano in grosse macchine da uova : 30.000 alla settimana), ed una fase di nomadismo in cui le colonne si spostano incessantemente razziando ampie zone di foresta. Durante l’attacco formano una falange a ventaglio con un ampio fronte il quale forma una rete che avvolge le prede: scorpioni, ragni, grossi insetti, lucertole e serpenti. La scorreria avviene di giorno ed è annunciata dal rumore degli uccelli formicari che accompagnano l’esercito di formiche divorando tutti gli insetti che volano per sfuggire all’orda che avanza.


L’attacco e il trasporto delle prede è efficientissimo, ogni formica grande, media o piccola assolve un compito specifico in un meccanismo perfettamente coordinato. Le legionarie presentano infatti un notevole polimorfismo fra le neutre: i soldati, fortissimi, muniti di zanne lunghe ed arcuate, possono assalire le prede più grosse; da loro vengono attaccati e uccisi anche cavalli e greggi, messi poi a disposizione delle altre compagne; le operaie, più piccole, sono altrettanto feroci e s’impegnano a non lasciar vive le creature di proporzioni inferiori. Questi terribili insetti coi loro istinti di distruzione, le loro abitudini nomadi e il gran numero delle orde, esprimono potenze affini alle schiere di Unni e Tartari della nostra storia. Ma se per il più turbolento dei Mongoli era possibile acquietarsi in una forma di vita stabile, le formiche condottiere saranno necessariamente e per sempre condannate entro i limiti del loro tipo di esistenza dalla mano terrea dell’ereditarietà. Il loro nomadismo e la loro ferocia sono permanenti, le loro scorrerie sono invasioni barbariche che non avranno mai fine. 
  • E. Sgrò, Tetramorium
  • J. Sorell Huxley, La vita segreta delle formiche
  • I. Eibl-Eibesfeldt, I fondamenti dell’etologia
  • A. E. Brehm, C. Vogt, “Imenotteri”, Vita degli animali

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