giovedì 24 luglio 2014

Napoleone

Durante la ritirata di Russia, i generali di Napoleone hanno avuto il loro bel daffare per impedirgli d’andarsi a far fare un pompino a Varsavia un’ultima suprema volta dalla polacca del suo cuore. Era così, Napoleone, anche in mezzo ai più grandi disastri e sventure. Niente serio insomma. Anche lui, l’aquila della sua Joséphine! Il fuoco al culo, è il caso di dirlo per e contro tutto. Niente da fare d’altronde fin quando ci hai il gusto di godere e spassartela ed è un gusto che hanno tutti. Ecco la cosa più triste. Non si pensa che a quello! In culla, al caffè, sul trono, nei gabinetti. Dappertutto! Dappertutto! L’uccello! Napoleone o no! Cornuto o no! Prima di tutto godere! Che crepino i quattrocentomila allucinati imberesinati fino al pennacchio! si diceva il grande sconfitto, purché Poleone spari ancora un colpo! Che maiale! E alé! Così è la vita! È così che tutto finisce! Mica serio! Il tiranno è disgustato della parte che recita molto prima degli spettatori! Se ne va a scopare il tiranno quando non ne può più di secernere deliri per il pubblico. Allora bisogna saldargli il conto! Il Destino lo lascia cadere in men che si dica! Non è il massacrare a man salva, che i fanatici gli rimproverano! Certo che no! Quello è niente! Glielo perdonerebbero eccome! Ma esser diventato noioso in un sol colpo, è questo che non gli perdonano. Le cose serie si sopportano solo per finta. Le epidemie finiscono solo nel momento in cui i microbi non ne possono più delle loro tossine. Robespierre l’hanno ghigliottinato perché ripeteva sempre le stesse cose e Napoleone non ha resistito, per quel che lo riguarda, a più di due anni d’una inflazione di Legion d’onore. Fu il suo tormento, di quel pazzo, l’esser costretto a fornire delle voglie d’avventura a mezza Europa stravaccata. Mestiere impossibile. Lui ci restò.

Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte

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