L'espressione Genocidio armeno, talvolta Olocausto degli Armeni o Massacro degli Armeni (in lingua armena Հայոց Ցեղասպանութիւն Hayoc’ C’eġaspanowt’yown o Մեծ Եղեռն Medz Yeghern "Grande Crimine", in turco Ermeni Soykırımı "Genocidio armeno", a cui talvolta viene anteposta la parola "sözde", "cosiddetto") si riferisce a due eventi distinti ma legati fra loro: il primo è relativo alla campagna contro gli armeni condotta dal sultano ottomano Abdul-Hamid II negli anni 1894-96; il secondo è collegato alla deportazione ed eliminazione di armeni negli anni 1915-1916. Il termine genocidio è associato soprattutto al secondo episodio, che viene commemorato dagli Armeni il 24 aprile.
Il genocidio che sembra “maggiormente assomigliare alla ‘soluzione finale’ fu il tentativo turco di deportare gli armeni nel deserto siriano e di ucciderne il maggior numero possibile” (G. Mosse, Storia del razzismo in Europa, Laterza). Come la Shoah, fu “un’operazione realizzata durante l’emergenza della guerra” con la chiara intenzione di “liberare una volta per sempre la Turchia da una minoranza irrequieta”, paritetica alla volontà hitleriana di annientare la minoranza ebraica del Reich. Una chiara analogia tra i due genocidi è la deportazione: quello ebraico in vagoni bestiame o in camion a gas, quello armeno a marcia forzata.
L'esatto numero di morti è controverso. Le fonti turche tendono a minimizzare la cifra, quelle armene a gonfiarla. Nel 1896 il governo ottomano registrava in 1.440.000 gli Armeni residenti in Anatolia. Secondo il Patriarcato armeno di Costantinopoli, nel 1914 gli Armeni anatolici andavano da un minimo di 1.845.000 ad un massimo di 2.100.000. Le stime variano da un minimo di 950.000 secondo le fonti scritte turche fino a 3.500.000 secondo le ipotesi degli Armeni. Lo storico Arnold J. Toynbee, che fu ufficiale dell'intelligence britannica in Anatolia nella prima guerra mondiale, stima in 1.800.000 il numero complessivo degli Armeni di quel paese. L'Enciclopedia Britannica indica come probabile il numero di 1.750.000.
Il numero degli armeni morti nel secondo massacro è ancora più controverso. Fonti turche stimano il numero dei morti in 200.000, mentre quelle armene arrivano a 2.500.000. Talat Pasha, Gran Visir nel 1917-1918 e importante Giovane Turco, stima la cifra in 300.000 morti. Toynbee ritiene che i morti furono 1.200.000, McCarthy 600.000. Gli storici stimano che la cifra vari fra i 500.000 e 2.000.000 di morti, ma il totale di 1.200.000/1.300.000 è quello più diffuso e comunemente accettato.
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