giovedì 19 giugno 2014

Requiem per un elefante

Era uno degli elefanti più noti del Parco nazionale dello Tsavo Est e di tutto il Kenya, per via delle sue zanne giganti. La fama non ha impedito, anzi, ha causato una morte orribile: i bracconieri lo hanno colpito con una freccia avvelenata, ed aspettando si spegnesse, lentamente, dolorosamente, gli hanno staccato la faccia a colpi d'accetta per impadronirsi dell'avorio. Satao era un tusker, da tusk, zanna: un elefante maschio che, per una variante genetica, sviluppa zanne di dimensioni inusitate. "Probabilmente il Kenya è il paese che ospita gli ultimi grandi tuskers", sottolinea Paula Kahumbu, specialista della conservazione della fauna selvatica per la ONG WildlifeDirect". L'elefante è stato ucciso il 30 maggio, ma la notizia è stata data solo di recente dai responsabili di Tsavo Trust. "Con enorme rimpianto dobbiamo confermare senza più dubbi che Satao è morto, ucciso dalla freccia avvelenata di un bracconiere per alimentare una domanda d'avorio apparentemente insaziabile", recita il comunicato. "Un grande e nobile animale è stato ucciso perché qualcuno, in un paese lontano, possa mettersi un soprammobile sulla mensola del camino". 


Oggi la popolazione di elefanti africani è stimata tra le 472.000 e le 690.000 unità: si calcola che negli anni Trenta e Quaranta fossero fino a cinque milioni. La specie è classificata come "vulnerabile" nella Lista Rossa dell'Unione mondiale per la Conservazione della Natura. Si stima che ogni anno tra 30.000 e 38.000 elefanti vengano uccisi da cacciatori d'avorio. Il prezioso materiale viene poi spedito dai porti dell'Africa occidentale e, sempre più spesso, anche di quella orientale. Le principali destinazioni sono la Cina, la Thailandia e altri paesi asiatici dove l'avorio è ancora molto richiesto. 
  • "Requiem per un elefante", Christine dell'Amore, Nationalgeographic.it

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